“Ma cosa significa Dojo?”
Il neofita che comincia a frequentare la nostra arte, se non si è informato in precedenza, prima o poi ci farà questa domanda. Molti pensano che Dojo e palestra siano sinonimi. Così non è. In occidente sempre più corsi di arti marziali si svolgono in palestre private o comunali (a volte con un corso rumoroso o la sala dei macchinari a poca distanza) per carenza, o totale assenza, di luoghi dedicati esclusivamente alle discipline marziali. Comunque, che si abbia un posto ad uso esclusivo o una stanza in una palestra, questa sarà il Dojo e dovrebbe essere disposta in un determinato modo.
Cominciamo col dire che il termine Dojo si può tradurre con “luogo dove si pratica la via”, quindi non solo dove si avrà una crescita fisica e tecnica ma anche un luogo dove si potrà arricchire l’intelletto e la morale. Infatti, da quando si entra nel Dojo, si rispetta una certa etichetta (Reishiki) che in una palestra non è richiesta. Il Dojo non è soltanto un luogo dove sudare e imparare una determinata arte marziale ma deve essere considerato dai praticanti quasi come una seconda casa e averne, allo stesso modo, rispetto. In molti casi il maestro e i praticanti si dedicano all’abbellimento del Dojo e alla sua pulizia. Ricordate sempre che, in ultima analisi, il Dojo non è solo un luogo fisico, una stanza di quattro pareti dove vestirsi alla giapponese e cercare di emulare i samurai. Il Dojo è il gruppo di praticanti che lo anima, che lo rende vivo e pulsante in modo tale che ognuno, maestro compreso, possa crescere sotto molteplici punti di vista. Il Dojo rappresenta un luogo di concentrazione, maturazione, amicizia e rispetto. Abbiatene sempre cura.
Shugyo Dojo Musubi Genova.